Ho imparato a piangere, ho imparato a parlare, mai più paura.
Avevo 7 anni e il portiere della casa dove vivevo mi spiava quando andavo a lavare le calze dei miei fratelli. Io scappavo e cercavo di fare tutto velocemente per evitarlo il più possibile. Però, ogni giorno di più, la paura si impossessava di me. Guardavo sempre dietro le tende prima di uscire, controllavo che non ci fosse, dicevo a mia madre “non ne ho voglia adesso, andrò più tardi”. Aveva così tante preoccupazioni con altri 7 figli, non mi ascoltava, voleva solo che tutto fosse pronto per i miei 4 fratelli maschi e mio padre.
Arrivò un giorno in cui non mi fu possibile scappare e questo portiere abusò di me. È stato orribile sentirlo dietro di me e avvicinarsi fino a togliermi il respiro, ricordo che ho inzuppato le mani nella lavandino perché non capivo cosa stava succedendo, non ho avuto il coraggio di togliermelo di dosso, non sapevo come, ero senza parole. Non usciva un urlo, una parola, ho sentito solo nelle gambe la viscidità del suo sperma. Solo desideravo che se ne andasse o che arrivasse qualcuno, una vicina, sono stati attimi eterni. A un certo si udì il grido della madre del portiere: "Dove sei?". Fu la mia salvezza! Se ne andò chiudendosi la cerniera del pantalone. Io rimasi paralizzata, non so per quanto tempo!
Per anni ho portato con me quella vergogna e quel "segreto", finché un giorno ho osato, ho alzato la voce, ho pianto, gridato, buttato fuori dalla mia vita. Oggi è solo un ricordo, senza più le connotazioni del vittimismo, bensì il coraggio di aver liberato la mia vita.
Ho condiviso la mia testimonianza e molte ragazze, madri, donne hanno osato e hanno alzato la loro voce. Nessuna vergogna, nessun vittimismo, oggi sono sicura di me stessa e il desidero con tutto il mio cuore e la mia forza di donna, che ogni donna possa alzare la sua voce.
Basta con la violenza contro le donne! Cinque minuti mi hanno cambiato la vita.
Scrivi anche e osa!