10 febbraio 2019

La Differenza tra un Leader ed un Capo

Scritto da: Aida Beatriz Giron

La maggior parte degli adulti hanno avuto almeno un gran mentore. Una persona alla quale far riferimento, che ti motiva, ti aiuta a svilupparti e a crescere...

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La maggior parte degli adulti hanno avuto almeno un gran mentore. Una persona alla quale far riferimento, che ti motiva, ti aiuta a svilupparti e a crescere, che ti mantiene interessato e motivato verso il tuo lavoro. Quando qualcuno sente che il tuo lavoro è importante, tu senti il suo appoggio e questo ti anima a dare costantemente il meglio di te. Sicuramente ci sono giorni non positivi, ma in generale la mattina ti senti emozionata, o pensi ai piani d’azione con idee incredibili quando vai a qualche festa di compleanno un sabato notte.

La maggior parte di noi ha anche avuto un capo carente in capacità di leadership, che non aveva l’abilità di relazionarsi con la gente, che vuole dire a tutto il mondo cosa fare, ma non è presente e non insegna, uno che guarda poco gli altri perché è in una posizione più alta. Posso ricordare un capo donna che era esattamente così. La chiamerò Naomi. Era la prima volta che ero responsabile di turno al centralino e per me era molto importante essere brava nel lavoro. Dimostrare che io ero la persona adeguata per quel posto. Avevo iniziato per caso questo cammino professionale, come un rappresentante del servizio clienti nel 2006, era un lavoro temporaneo e bene… lì rimasi per altri 7 anni, cambiando varie volte ruolo ed incontrando una passione per il servizio al cliente e la gestione dell’equipe.

Era così frustrante e doloroso quando, senza dar importanza a quanto bene la mia equipe stesse lavorando, la felicità che avevano i clienti con me, la motivazione che avevano i superiori ed i membri delle altre equipe che avevo a mio carico, Naomi si comportava con me come se fossi la peggiore.

capo che disapprova

Non solo gridava contro di me, ma anche ai membri della mia squadra, a volte li umiliava. Una volta durante una riunione con Naomi, una persona della mia equipe ci interruppe, cortesemente, perché aveva una domanda urgente. Il cliente era in linea ed aveva bisogno di qualcosa che lei non aveva l’autorità per approvare. Risposi alla sua domanda in meno di 2 minuti e la mia capa era indignata, si diresse dritta dal mio agente, (un supervisore dei rappresentanti del servizio al cliente), e disse qualcosa del tipo: - Come ti azzardi ad interrompere i manager quando stanno parlando? Non parlarci a meno che non stiamo parlando con te. Il messaggio era... tu sei solo un supervisore e non devi mai interrompere i superiori. Questo mi scandalizzò, cosí parlai con il supervisore per fagli sapere che lui e la sua equipe (che si occupavano dei nostri clienti) erano la mia massima priorità e che sempre sarei stata disponibile per aiutarli in qualsiasi momento. Quella volta dovetti ascoltare Naomi, per vari minuti, sul fatto che io non avrei mai dovuto essere in disaccordo con lei.

Vedete, mi piace far bella figura con i miei capi, ma **senza mai compromettere i miei valori o smettere di dire il mio disaccordo. **

Sono perfezionista nel lavoro, voglio eccellere, mi preoccupo per i membri della mia equipe e per raggiungere le mete, ma soprattutto per il mio ego. Sono sempre stata brava nel raggiungere obiettivi di lavoro e durante il mio cammino ho imparato molte cose sulla leadership e su come continuare a far lavorare bene i membri della mia equipe, ma è stata la formazione di Manos Sin Fronteras ad insegnarmi la vera empatia, come gestire le relazioni e come essere un leader.

Quando sei leader trovare ciò che motiva ogni persona è un primo passo imprescindibile. Bisogna personalizzare il coaching e lo sviluppo dei membri della tua equipe, dipendendo da quello che sai sulla loro vita personale, sui loro antecedenti, sui sogni, sulla traiettoria professionale., etc. Come si imparano queste cose su di loro? È importante.

Bea e il suo team

Sapevo che potevo aiutare la gente a raggiungere le loro mete e che potevo aiutarli a credere in sé stessi. Lo adoravo. Adoravo quel foglio di carta. Alcuni di questi ragazzi a volte raggiungevano i loro obiettivi dopo aver pensato che era impossibile. Per molti di loro, anche se non stavano facendo una carriera di servizio al cliente, era il loro primo lavoro, la loro prima esperienza nel mondo reale. I mezzi per raggiungere un fine… un lavoro ben remunerato che avrebbe potuto aiutarli ad essere indipendenti, ad andare all’Università, o per altri, un mezzo per mantenere la loro famiglia.

Quando Naomi entrò nella mia vita, tutto cambiò. Cercai di mantenermi positiva e ricordo di essermelo ripetuta una e un’altra volta nella mia testa “Non è personale”. "Questa è una prova, l’Universo mi sta testando, devo vincere questa prova.” “Posso farcela, sono molto forte, sono incredibile, sono brava nel mio lavoro, sono geniale nel mio lavoro”. Ma allo stesso tempo piangevo molte mattine lungo tutto il percorso fino al lavoro e, a volte, piangevo anche nel viaggio di ritorno. Cominciai a farmi delle domande, a dubitare di me stessa; mi sforzai di più ma fui miserabile.

Alla fine lei fu una grande maestra, la migliore fino ad ora. Era così orribile che mi insegnò ad essere forte, ad avere fede in me stessa ed a proseguire. Frasi ripetute come “Anche questo passerà”, canzoni come “Three Little Birds” di Bob Marley, “Nuoteremo, nuoteremo” di Dory, mi ricordavano che le cose potevano migliorare in qualsiasi momento. È molto diverso quando lo vivi, ma quando onestamente credi che passerà, che dipende da te, che puoi cambiare la tua vita se diventi abile a maneggiare le tue reazioni, tutto questo passerà. Per questo, quando ero intimorita da N., mi ricordavo sempre di chi io ero: -"Sono una stella dell’Universo, seme dell’Enseñanza, sono un essere di Luce. Questa è una prova e la supererò ”-. Cosi che sono andata sempre avanti, con lacrime e tutto.

cima di una montagna

Non si tratta delle capacità di leadership del tuo capo. Sono più le caratteristiche del capo o del leader? Lei renderà la mia vita miserabile fino a quando inizierò ad ascoltarmi. Quando smisi di essere ipocrita ed iniziai a vivere in accordo con quello che stavo predicando. Tornavo alle lettere della Jardinera, discutendo ed analizzando che questa era una prova e che ogni ostacolo nelle nostre vite sta lì per insegnarci una lezione. La mia famiglia, i miei amici più cari ed anche la mia equipe, mi motivarono e ricordai a me stessa che mi sforzavo per fare la cosa migliore per loro, e perché la mia squadra potesse prendersi cura di loro e, certamente, nel farlo, avrei aiutato me stessa. Quando vedevo che i loro visi s’illuminavano ogni volta che si sentivano apprezzati, incoraggiati, li ringraziavo per i loro meravigliosi sforzi. Il nostro rendimento andava migliorando ogni volta di più e ricordai a me stessa che non avrei dovuto lamentarmi e lamentarmi, ma solamente proseguire andando avanti. Appresi anche che quando stai lavorando con le persone, le stai servendo.

Nella mia cultura c’è una connotazione negativa nella parola “servitore”, tuttavia credo che questo sia il segreto. Una posizione di leadership ha un’enorme responsabilità nei confronti delle persone alle quali ci si appoggia. Ognuno di loro, con le loro circostanze, vale per uno e per questo tu hai la responsabilità di servirlo. E con questo mi riferisco al **prendersi il tempo per ascoltarli, prendersi il tempo per condividere onestamente con loro le tue conoscenze, la tua esperienza, una parola di incoraggiamento, una parola amorevole, un ringraziamento. Sii umile e non sentirti mai superiore a loro. **

Quello che appresi da quell’esperienza è che non importa se hai un capo o un leader. Importa come reagisci con loro. Importa che tu apprenda “Tutto quello che è un gran ostacolo nella tua vita, è tuo maestro”, -dice Budda. Come mia insegnante la amo e la ringrazio. Sono riconoscente all’Universo per averla messa nel mio cammino, anche se fu uno degli anni più difficili della mia vita per quanto concerne il mio lavoro, mi dimostrò quanto sono fortunata per tutto quello che ho e quindi devo essere grata. Mi ha insegnato non solo a credere in me stessa ed a proseguire dritta, mi ha insegnato anche che ero lì per servire. Per servire i membri del mio gruppo, per aiutarli, non perché io mi senta bene, ma perché li hanno messi nel mio cammino per una ragione e chiedo di rimanere lì per guidarli e fare il leader con il mio esempio. E quello che è più importante, è che quando passavo tutto ciò, sempre potevo contare su qualcuno della mia famiglia od un amico vicino che mi ascoltasse, mi facesse sentire più leggera e mi lasciasse piangere. Appresi ad apprezzare quello che avevo.

Sono già passati 12 anni da quando iniziai a lavorare al servizio clienti. Ho commesso molti errori e sono sicura che alcune persone pensano o hanno pensato che sono più capo che leader. Desidero pensare che la maggior parte di loro pensano più a me come un leader, ma quello che veramente importa sono le intenzioni. Che tutti i giorni siamo riconoscenti per avere un lavoro e per avere la possibilità di guidare, di aiutare e servire altre persone. Una piccola azione può avere una grande conseguenza. Ci sono sfide, a volte falliamo, ma se apprendiamo qualcosa possiamo continuare e questo è ciò che importa.

Bea

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