La danza è sempre stata il motore della mia vita: una voce interiore, costantemente presente...
La danza è sempre stata il motore della mia vita: una voce interiore, costantemente presente, in attesa di essere ascoltata e vissuta; un conforto riparatore nei momenti peggiori.
L'umanità ha sempre cercato di spiegare la propria esistenza, di spiegare perché le cose accadono, con l’idea che le cose buone sono un dono e le cose cattive sono una punizione, in nome di un essere superiore. Perché parlo di questo, che è quello che abbiamo imparato a scuola... perché, alla fine, è praticamente quello che continuiamo a pensare ancora oggi. Qualsiasi cosa accada, speriamo che da lassù qualcuno ci osservi e ci dia una mano nella nostra quotidianità; ringraziamo quando si realizza ciò che desideriamo, ognuno a suo modo, ognuno secondo la propria cultura o origine. Ecco, penso che questa sia l’origine dell’arte: una forma per dare voce a quella parte creativa innata che tutti abbiamo e che in ognuno di noi si esprime in modi diversi.
In me si esprime attraverso il disegno ma soprattutto attraverso la danza. Per me è stata la mia alleata migliore, una relazione importante nella mia vita. Come tutte le relazioni ci sono stati momenti di lotta interiore, rabbia, frustrazione, gioia ma soprattutto di guarigione. È stato un lungo processo interiore e personale attraverso il quale ho scoperto di vivere la danza.
Tante volte mi sono ritrovato ad affrontare momenti di insicurezza, di paura ad essere rifiutato, di prendere decisioni, di dubbio, di pessima comunicazione con i miei genitori e tanto altro, ma che con il movimento si sono trasformate. Lezione dopo lezione, spettacoli, tour con il gruppo di ballo ho continuato a ispirare ed espirare, a usare la forza per far suonare la terra con i piedi, per dare espressione alle mie braccia, e di offrire tutto ciò che mi pesava, esprimendolo con il cuore. Trasformare la tristezza in un sorriso, che nasceva dal più profondo di me: offrendolo, l'ho ricevuto. Chi riceve, dà. Chi dà, riceve. Dentro di noi scorre qualcosa, una forza o energia, chiamatela come volete. E alla fine mi sono sentito in pace.....
In questi momenti ho potuto connettermi con quel fluido interiore e, grazie ad essa, ho avuto la forza e la determinazione di affrontare tutto ciò che succedeva nella mia vita. Essere responsabile delle mie decisioni, anche quelle sbagliate. Alcune di queste mi piacerebbe seppellirle in una scatola nel più profondo della terra affinché il mondo non sappia mai quanto male ho agito, in più di un'occasione. Ed ancora una volta la danza mi ha aiutato e mi aiuta a lasciar andare, a non pensare in quello che diranno, al peso del giudizio, soprattutto il mio, perché ascoltando il mio corpo, posso connettermi con quella parte più profonda di me, la parte più umile, affettuosa e gentile che molte volte non mi rendo conto di avere e dimentico di esprimere.
Alla fine siamo sempre connessi l'uno con l'altro, a quell' ESSERE universale, e quando cerchiamo di connetterci con la nostra parte più profonda, possiamo sentire quel legame e scoprire per un momento che non siamo il centro del mondo e che va bene così. Tutte le paure e i dubbi che abbiamo avuto, perdono di importanza e si trasformano. Così come facevano i nostri antenati, indipendentemente dalle nostre origine, tutti abbiamo una forma di attivare questa connessione primordiale, di vibrare per guarire. Magari cambia un po’ la storia, ma sono convinto che resiste ad un ritmo musicale senza evitare una risposta del corpo.
Questo è il contesto di Dansante, una terapia con la danza che grazie a La Jardinera e Lucia Peña, presidente dell’Instituto Internacional de Estimulaciòn Neural y terapias naturales, ho potuto sviluppare. Un laboratorio che ha l’obiettivo di aiutare a lasciarsi andare, a riconnettersi con la parte più profonda del nostro essere, per far emergere quella luce che ognuno di noi porta dentro e a rinforzare le nostre risorse interiori, con la consapevolezza che qualunque cosa accada, qualunque prova che dovremo affrontare, avremo la forza per superarla.