Fin dalla più tenera età, cercavo il tempo di diventare adulta. Quel momento in cui hai tutte le risposte, tutti ti ascoltano e sei maturo...
Fin dalla più tenera età, cercavo il tempo di diventare adulta. Quel momento in cui hai tutte le risposte, tutti ti ascoltano e sei maturo. Essere quel monumento di esempio che vedi nei tuoi genitori. Oggi posso dire che da adulta per età sto ancora cercando risposte, imparando e cercando soprattutto di essere in contatto con la mia bambina interiore. La vita mi ha dato il dono di essere la zia dei figli dei miei amici. E quindi l'opportunità di rivivere e lavorare con quella bambina che vive ancora in me.
Quando sono andata a trovare i miei amici mi hanno chiesto se potevo prendermi cura dei loro figli e perché no? Birichini, teneri nella giusta misura. Ma nei momenti chiave ho cominciato a notare che perdevo rapidamente la pazienza o mi sentivo facilmente offesa e, nei peggiori dei casi, mi ritrovavo a litigare come una bambina con loro.
Di fronte a queste emozioni sfrenate, ho deciso che volevo scoprire la loro vera origine. Ho iniziato a meditare prima di stare con i bambini e dopo mi sarei presa cura di loro. Poi mi sono proposta di scrivere le situazioni che vivevo con loro e le emozioni provavo. Tutto questo senza risposte ma ho capito che le mie emozioni mi impedivano di risolvere le situazioni. Per esempio, tre mesi fa, in una bella giornata estiva in un parco giochi per bambini, mi sono ritrovata con la mia amica e le sue due figlie. Una di loro aveva 1 anno e 8 mesi e l'altra figlia in braccio alla mia amica di appena 4 mesi. La figlia maggiore mi ha chiesto di dondolarla sull'altalena. L'ho presa e appena ho cominciato a dondolarla lei ha iniziato a urlare e mi ha detto che, siccome non lo facevo come il padre, lei si sentiva male e preferiva andare a giocare da sola. Dopo che lei se ne fu andata, io mi sono sentita in colpa e la sensazione non è andata via. L'ho vista giocare e ho continuato a sentire un'angoscia che non andava via fino a quando in un attimo la bambina mi vide e cominciò a gridare il mio nome. Si è avvicinata a me e mi ha detto "Voglio andare in bagno" e la cosa peggiore è stata che il bagno non era nelle vicinanze. Ho deciso di portare la piccola ma mentre correvamo verso il bagno lei ha urinato nelle mie braccia e prima che io potessi dire qualcosa cominciò ad urlare "è colpa tua, è tutta colpa tua". Me ne sono andata con la piccola tra le braccia, gridando per vestiti nuovi, ma sono sicura che sulla mia faccia si leggevano mille parole. La madre con la sua pazienza e il suo amore ha spiegato alla figlia che era stato un incidente.
Ma il dolore, la vergogna e vedere la ragazza che mi urlava che era stato tutto colpa mia mi ha fatto scoppiare in lacrime e sono dovuta andare via per fare una passeggiata. Ho deciso di meditare e cercare il perché di questa reazione... alla fine della di meditazione e guardando i bambini giocare mi sono ricordata un evento che mi era successo da bambina che mi ha fatto capire perchè mi sono sentita così.
Mi sono ricordata che una volta, da bambina, all'età della piccola, ero in bagno e avevo finito di fare pipì. Volevo che mi aiutassero a pulirmi. Ho gridato il nome di mia madre una, due, tre volte fino a quando non sono uscita del bagno perché non è venuta e ho trovato mia madre con le sue amiche e le ho sentito tutte dire "non può pulirsi da sola, che tristezza, che vergogna". Inutile dire che alle amiche di mia madre non piacevano molto i bambini. Dopo quell'evento, non volevo più uscire dal bagno fino a quando tutte le visite non andassero fuori di casa.
Con quello che ho vissuto nel parco, la piccola, le urla, sono ritornate a quel momento. Le mie lacrime erano di quella che si ricorda ancora quel momento. Così per un attimo mi sono ritrovato ad abbracciare la mia bambina interiore, a dirle che era solo una ragazzina, che era già tutto finito. Ho preso il coraggio per correggere il mio atteggiamento verso la mia amica e, soprattutto, verso la bambina. Entrando nella stanza dove si trovava la mia amica con le sue due figlie, la situazione si era migliorata. Per un momento io e la piccola ci siamo guardate. Ho preso coraggio e le ho chiesto come si sentiva. Mi ha detto che si era arrabbiata perché aveva avuto un incidente. Le ho detto che mi sentivo triste di non averla fatto dondolare bene. Ha iniziato a ridere e ad abbracciarmi.
Anche la madre ha riso e mi ha abbracciato. Ed è stato in questo momento che ho capito che meditare mi permetteva di vivere ciò che è ben descritto nei libri: che vivere con i bambini fa rivivere il tuo bambino interiore. E con la meditazione piano piano riesco a lavorare col mio bambino interiore ma anche ad amare e perdonare quelle emozioni che mi fanno reagire e non crescere.