05 agosto 2020

Un’avventura da chaleco

Scritto da: Matilde

Credo che ogni istante di ogni giorno ci insegni qualcosa ma ci sono momenti della nostra vita che ci lasciano segni indelebili...

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Ciao, sono Matilde e ho 16 anni. Qualche tempo fa fra i miei compiti di italiano c’era un tema “racconta un’esperienza che ti ha insegnato qualcosa” e ho deciso di condividerlo con tutti e non solo con la mia professoressa. La richiesta era di raccontare un’esperienza da cui hai tratto un insegnamento importante.

Credo che ogni istante di ogni giorno ci insegni qualcosa ma ci sono momenti della nostra vita che ci lasciano segni indelebili, nel bene e nel male. L’esperienza che ho scelto è di quest’estate, l’estate 2019. Sono stata in pellegrinaggio a Gerusalemme con Manos sin Fronteras. Eravamo un centinaio di persone provenienti da diverse parti del mondo, e molti di loro li considero miei amici.

Prima di cominciare devo (assolutamente dire) che Manos sin fronteras è un'associazione internazionale non religiosa. Quindi perchè siete andati a Gerusalemme? “Vacanza” sarebbe un termine sbagliato ma vorrei ricordare che si tratta di un luogo sacro a 3 religioni. Chi va in Grecia a vedere i templi greci è politeista? No, allo stesso modo in cui msf non è un’associazione religiosa.

Detto questo, perché questo viaggio è stato tanto speciale? Per cominciare, i luoghi stessi sono bellissimi ma io c’ero già stata qualche anno prima. Quest’esperienza è stata ancora più unica perchè ho fatto il “Chaleco”.

Matilde con il chaleco

“Chaleco” in spagnolo vuol dire giubbotto (o qualcosa del genere), nello specifico noi indossavamo dei giubbotti catarifrangenti con il logo (e il nome) dell’associazione sulla schiena. Durante i nostri viaggi, però, si chiama chaleco, non solo il giubbotto, ma anche la persona che lo indossa.

¿Cosa significa fare il cheleco? aiutare. Chi ricopre il ruolo i chaleco è d’aiuto e supporto. Mentre si cammina si mette alle curve per evitare che la gente sbagli strada, si tiene unito il gruppo, contano le persone per essere sicuri di non perdere nessuno, se qualcuno ha bisogno d’aiuto i chaleco ci sono.

Concordo con chi, prima di me, ha fatto il chaleco, si vive il viaggio in modo diverso, in senso positivo. É difficile spiegare quello che si prova, c’è più responsabilità, sia aiutano gli altri e ci si rende conto di cosa c’è dietro a un viaggio, capisci ciò che gli altri hanno fatto per te in altri viaggi.

Devo ringraziare La Jardinera, fondatrice di Msf, per questa incredibile opportunità, è, infatti, lei a scegliere chi fa il chaleco.

Non mi so spiegare meglio di così, e mi dispiace ma se ripenso a questo viaggio mi viene da sorridere, spero che succeda anche a voi.

Ci si vede nel prossimo viaggio!

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