02 settembre 2020

Una Lettera Sulla Meditazione

Scritto da: Antonella Scarparo

“Svolta dopo svolta nella mia vita, la meditazione mi è sempre stata una compagna fedele sulla quale potevo contare per raccogliere i frammenti della mia vita e ricominciare a creare nuovi disegni e modelli più in linea con il mio nuovo essere"

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Quando ero una studentessa avevo la passione per la musica, lo sport ed ero attratta dal mondo che volgeva lo sguardo verso l’interno, verso quella conoscenza profonda di sé stessi, così mi avvicinai per 10 anni allo yoga con gli asana e le meditazioni guidate, poi “danzai” praticando il Taijiquan, stile Chen e l’arte della spada per altri 8 anni.

stendere un tappetino da yoga

Il mio corpo si muoveva fluido, come se sempre lo avessi praticato e per anni pensai che quella era una strada ritrovata, un riconoscere qualcosa che mi era appartenuto, tanto era la naturalezza e la facilità nell’apprendere ed arrivai anche a valutare l’idea di diventare un docente di questa disciplina.

Ma un giorno d’estate, mentre mi allenavo con la spada, mi resi conto che era giunto il momento di deporre le armi per conoscere meglio il mondo femminile al quale avevo voluto appartenere e decisi così di consegnare la mia spada al mio giovane figlio, Riccardo, perché imparasse quando era il momento di tagliare situazioni e legami che si rivelavano tossici. Mi imbattei dopo pochi anni nella Bio Trans-energetica, dove uscì una parte importante della mia sensibilità e capacità di entrare in ascolto e contatto con parti di me che non sapevo coesistessero nella mia esile ed eterea figura.

Finito questo percorso incontrai nel mio cammino Enseñanza ed una forma di meditazione più veloce ed in linea con il mio bisogno di riuscire a far entrare nel quotidiano dei momenti di calma e vuoto ristoratore dalle mie frenetiche attività. Decisi pertanto di seguirne i corsi immergendomi nuovamente in una nuova forma di attenzione che si rivolgeva alla vita quotidiana ed a tutto ciò che ci circonda, sia esso flora o fauna ed ancora oggi ne faccio parte.

Avendo un carattere gioioso ed amando molto la ricerca e nuovi stimoli, anche quando lavoro come insegnante ho l’abitudine di cercare sempre nuove strategie che aiutino i miei giovani alunni nel comprendere meglio le discipline e per questo quando studio ho spesso il tavolo pieno di libri, carte e computer per la creazione di qualcosa su misura per le loro esigenze.

tavolo pieno di libri e carte

Quando mi trovo in difficoltà, quando non so quale strategia sia meglio seguire arriva il momento in cui ho bisogno di un reset, sento l’esigenza di fermarmi e raccogliermi per poter cominciare con nuovo entusiasmo ed attività stimolanti…in primis per me stessa perché ho mantenuto il bisogno di divertirmi apprendendo, perché sono fermamente convinta che quando subentra la noia o l’eccessiva fatica, il cervello e la memoria decidano di concedersi una pausa ricreativa. Ecco allora che in un attimo, libero completamente il tavolo e mi siedo per concedermi dei minuti di meditazione.

Prima di iniziare mi do spesso un obiettivo, che può essere la ricerca di una chiave per la risoluzione di una difficoltà o delle parole migliori per entrare in armonia con le persone.

ragazza al chiuso gli occhi chiusi

Faccio tre lenti respiri iniziali in cui mi stacco dalle attività che svolgevo ed entro nel silenzio ed osservazione acritica dei pensieri che emergeranno dal silenzio. La meditazione agisce infatti nel mio cervello esattamente come l’azione di pulizia del mio tavolo di lavoro, non ci può essere chiarezza là dove c’è un tumulto di idee, così come non è facile trovare un filo per un percorso d’apprendimento tra decine di fogli, libri e file. Quel silenzio in meditazione toglie carica ai pensieri non immediatamente importanti, concedendo un varco a quelli che mi permetteranno di agire con cuore e chiarezza. Spesso mi capita infatti, durante la meditazione che salgano a galla pensieri che mi ricordano telefonate importantissime da fare, che mi ero dimenticata, o scadenze burocratiche, o nomi di persone che da tempo non sento e che, finita la meditazione chiamo e mi ringraziano per l’occasione di poter parlare e confrontarsi in momenti difficili della loro vita.

Anche quando fatico ad accettare e comprendere fatti che accadono nella mia esistenza, o quando sono ancora molto arrabbiata per comportamenti che non riesco a giustificare, primo o poi sento l’esigenza di deporre ancora le armi per i pensieri tossici che invadono la mia mente e non mi permettono di proseguire con la giusta connessione tra cervello e cuore. Inizialmente sento il bisogno di staccarmi dalle persone per non appesantirle con la mia rabbia e dolore, ma poi arriva sempre il momento in cui si ha voglia di vivere ancora con il sorriso e qui la meditazione mi aiuta a disintossicarmi, a ritrovare un giusto e sano equilibrio.

Per questo motivo ogni mattina prima di iniziare la giornata dedico un po’ di tempo a me stessa con la meditazione e, quando entro in aula con i miei alunni facciamo insieme l’esercizio di rilassamento mentale, il 3 -5-3, prima di iniziare la lezione, per sgomberare la mente e far calare tutte quelle emozioni negative quali rabbia, risentimento, mancanza di autostima, depressione, insicurezza, dolore che impedirebbero loro di apprendere con serenità ma soprattutto di relazionarsi tra loro nel migliore dei modi.

Negli anni ho potuto comprovare che anche alunni che venivano da situazioni estremamente conflittuali in famiglia e con i coetanei, potevano riscoprire il piacere di stare con gli altri, di tendere la mano a chi è in difficoltà, scoprendo così la bellezza del ridere insieme, di collaborare per uno scopo comune, senza dover sempre guardare l’altro con sospetto.

Ancora oggi penso sia attuale la visione del grande filosofo Aristotele che sosteneva l’inutilità di educare la mente se non si educa prima il cuore, e questo attraverso la meditazione, le tecniche di Stimolazione Neurale e le profonde lettere della fondatrice dell’associazione, affettuosamente chiamata Jardinera, si verifica in ogni individuo che abbia la voglia di aprire lo scrigno magico delle proprie capacità e talenti, ritrovando così quell’umanità e quel calore spontaneo che naturalmente caratterizzano le persone.

Antonella

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