08 dicembre 2020

Ripercorrendo

Scritto da: Andreana Demontis

Arriva il giorno del battesimo nel Giordano e guardo divertita la sfilata di coloro che vanno a ricevere il battesimo dalla Jardinera; io non ci andrò, penso, poi, quasi alla fine, mi metto in fila anch’io, cosa ci perdo? Voglio verificare se provo qualche sensazione differente.

article preview

Il telefono squilla e vado a rispondere:

“Pronto, signora Demontis?”

“Sono io, con chi parlo?”

“Sono la dottoressa M., ieri ha fatto la mammografia nel nostro centro?”

“Si”

“Può venire? Le devo parlare”.

“Non può dirmi per telefono? Sa, sono in commissione d’esame per la maturità liceale…”

“No signora, devo parlarle a voce”

“Ok, chiedo un’ora di permesso”,

“L’aspetto”.

L’insolita telefonata mi mette un po' d’ansia ma vado a sentire di che si tratta.

Il verdetto è duro da accettare anche perché non avevo mai avuto alcun sintomo.

Velocemente faccio gli accertamenti previsti come da protocollo e mi inseriscono nel calendario degli interventi urgenti, si tratta di un tumore particolarmente aggressivo.

Dopo l’intervento seguono radioterapia quotidiana e chemioterapia che mi mette a dura prova.

Nel 2016, in aprile, una persona mi chiede se voglio andare a Gerusalemme, in pellegrinaggio, con un gruppo che si chiama Manos Sin Fronteras.

Viaggiare mi è sempre piaciuto e decido di iscrivermi ma, quanto al pellegrinaggio...io non sono credente, sono più di 40 anni che non recito una preghiera e non vado in chiesa se non in occasioni particolari e per rispetto umano, non certo per fede; quella si è dissolta nei dolori che la vita mi ha riservato.

Fare la turista e assistere a manifestazioni di gruppo mi stuzzica fortemente.

A Gerusalemme decido di fare i corsi di 1°, 2°, 3° livello e alla fine del 3° la Jardinera, fondatrice del gruppo, mi manda un messaggio attraverso un maestro e mi manda anche un regalo con le istruzioni del caso.

Quell’anno c’erano tantissime persone da ogni parte del mondo e non mi aspettavo certo che lei sapesse della mia presenza e delle mie condizioni di salute.

Il viaggio continua e ascolto i suoi discorsi sempre molto interessanti e sono quasi sempre d’accordo, in un caso no.

jordan

Arriva il giorno del battesimo nel Giordano e guardo divertita la sfilata di coloro che vanno a ricevere il battesimo dalla Jardinera; io non ci andrò, penso, poi, quasi alla fine, mi metto in fila anch’io, cosa ci perdo? Voglio verificare se provo qualche sensazione differente.

Sento l’acqua che scorre dalle sue mani e mi bagna la testa e le spalle, sono vestita di bianco, come gli altri, ma quando esco dall’acqua non sono più la stessa di prima.

Quel battesimo è stato l’inizio di una nuova Vita, sono cadute le mura ciclopiche che avevo costruito per difendermi dal dolore che periodicamente mi aggrediva; parlo del dolore morale e spirituale, non di quello fisico.

Imparo a meditare con la app. che facilita l’esercizio e diventa in breve tempo un’esigenza quotidiana assieme alla stimolazione neurale.

Il riequilibrio del sistema nervoso mi dà la forza e l’energia per andare avanti anche con le terapie farmacologiche e per sopportarne gli effetti collaterali pesanti.

Frequentare gli altri corsi mi apre una visione della vita che intuivo ma di cui non avevo consapevolezza.

Aspetto con ansia i messaggi della Jardinera, li leggo e rileggo e mi ritrovo nella maggior parte dei suoi insegnamenti di cui condivido l’aspetto morale, educativo, l’amore per la natura in tutte le sue manifestazioni, l’amore per i giovani in generale (questo aspetto penso sia la deformazione dell’insegnante che è ancora in me).

Molte altre cose condivido e tante ne ho da imparare…

È maturata in me la certezza che la Jardy abbia giocato un ruolo fondamentale nella mia guarigione dal tumore e di questo gli sono grata ma,soprattutto le sono riconoscente per aver cambiato con dolcezza una vita che andava spegnendosi nella tristezza e avermi insegnato nuovamente a sperare.

Gerusalemme

Cerco di mettere in pratica il suo messaggio del 22 Giugno 2020: Accettazione, obbedienza e amore! Devo lavorare molto sull’accettazione, non è facile per me e ancora mi ribello di fronte alle ingiustizie e ai problemi, soprattutto a quelli che riguardano i miei figli.

Ho un grande desiderio: diventare servidora di Ser

Unisciti alla nostra rete di autori e condividi le tue conoscenze sulla nostra piattaforma Contribuisci
Lascia un commento